Qualche mese fa aveva detto che Messaggerie Volley avrebbe vinto il Campionato e il capitano Adriano Balsamo oggi non esita a dire: “Ero certo che avremmo vinto e siamo addirittura in finale”.
A sentire le tue parole è facile ipotizzare che il morale della squadra sia altissimo.
Tutti stanno assumendo maggiore consapevolezza del risultato raggiunto. La partita con la Universal non è stata entusiasmante, perché ci siamo bloccati. Adesso però siamo carichi. Sapevo che avremmo vinto il Campionato dai primi allenamenti che abbiamo fatto ad agosto. Il materiale umano di cui si componeva la squadra era fortissimo.
In questo percorso ci sono stati degli squilibri in campo?
La squadra è talmente assortita che quel momentaneo disequilibrio poteva essere subito ristabilito con un ingresso dalla panchina, un altro dei fattori che hanno determinato il nostro successo. E’ normale che non sia sempre e solo rose e fiori, ma noi avevamo moltissime frecce al nostro arco, per questo sapevo che la vittoria era nelle nostre mani.
Nella tua carriera e in quella dei tuoi compagni questo che Campionato è stato?
Un campionato di grande maturità. Per qualcuno è stato il primo vinto, ma tutti abbiamo dimostrato di essere giocatori di un certo livello riuscendo ad aggiudicarci una vittoria a casa nostra, nella nostra città, nel girone meridionale della pallavolo italiana. Siamo riusciti in questa impresa grazie ad una bella impostazione di gioco.
Quali sono le sensazioni del capitano?
Avere la possibilità di giocare per andare in serie A è una delle sensazioni più belle che un giocatore possa provare. A trent’anni valuti tutto con maggiore ponderatezza. So che non sarà facile vincere, tutti vogliono vincere. Ci daranno filo da torcere, ma nel nostro percorso abbiamo già incontrato delle signore squadre e noi in quelle partite abbiamo fatto la differenza con il nostro carico di esperienza.
Il supporto in questi giorni non vi manca.
Sto avendo tantissimo sostegno da chi non ha nulla a che vedere con il mondo della pallavolo. Questo è il successo più grande. E’ facile fare venire un pallavolista a vedere una partita di pallavolo, è più difficile fare appassionare chi non conosce il gioco. Questo genera positività. In fondo noi giocatori miriamo proprio alla positività.
I più piccoli, quelli delle giovanili che vi seguono costantemente e tu alleni?
Sono più elettrizzati di noi e non perdono una partita insieme alle loro famiglie. Come finirà non lo possiamo prevedere, ma stiamo riuscendo a fare capire ai genitori che quello della pallavolo è un ambiente sano e ai bambini che è uno sport divertente. Non stiamo ottenendo solo un risultato sportivo.
La società in quest’anno si è strutturata in maniera tale da sostenervi, questo vi ha aiutato?
E’ stato un lavoro che ha differenziato totalmente la nostra dalle altre squadre. Puoi avere i giocatori più forti del mondo, ma se hai successo si tratta di un successo effimero. Noi abbiamo una società con un programma che ci permette di avere una nostra identità strutturale anche all’esterno e di presentarci tutti come un unico soggetto.
Con quale animo scenderete in campo il 27 maggio?
Ce la metteremo tutta, ci teniamo troppo. Queste occasioni si ripetono una volta sola nella vita. Noi abbiamo la possibilità di vincere in casa e di riportare la serie A a Catania. Onoreremo la maglia. Tutti ci ricordiamo gli scudetti della Paoletti, il tifo al Palaspedini. Forse se riuscissimo in questo intento tra qualche anno qualcuno si ricorderà anche che al Palaspedini c’è stata la promozione di Messaggerie Volley. Potremmo entrare nella tradizione catanese della pallavolo. Intanto abbiamo la certezza che il 27 avremo il pubblico delle grandi occasioni e quello sarà già uno spettacolo di cui Catania non godeva da anni.